Domenica 10 marzo – Escursionismo – Colline irpine

Domenica 10 marzo 2019 – Escursione

Dal castello di Monteforte Irpino (Av) al Monte Pizzone (1108m)
(Colline irpine)

Responsabili: Alberta Acone (320.3129873) LuigiIozzoli (3355645512)

Percorso di andata e ritorno: dai ruderi del castello di Monteforte (650m) alla vetta del monte Pizzone (1108m), per il sentiero 216

Dislivello : 552 m Durata : 2,5 ore Difficoltà: E

Criticità: Il sentiero non presenta particolari criticità, né tratti particolarmente esposti.
Acqua: non ci sono punti di acqua sul percorso.
Attrezzatura necessaria: abbigliamento invernale (possibile presenza neve) e idonee scarpe da escursione; bastoncini; ghette e mantellina anti pioggia; guanti.
Cartografia consigliata: nuova carta del Parco del Partenio (1:25000) edita dall’Ente Parco e dal CAI Campania.
Costi per i non Soci CAI: euro 10 (assicurazioni), da versare necessariamente in sede, il venerdì precedente l’escursione.

Note descrittive: Si parte dalle immediate vicinanze del parco del Partenio, verso l’estremità est del gruppo montuoso, nella provincia di Avellino, dai ruderi del Castello di Monteforte. Il castello fu, con molta probabilità, edificato dai Longobardi su un preesistente antico castrum romano, nel VII-VIII secolo d.C., per controllare la pianura nolana e bloccare la strada alle incursioni nemiche. Il fortilizio fu citato per la prima volta in un atto di
donazione del 1102 fatto dal signore di Monteforte, Riccardo Raone, della stirpe dei Normanni. Ricerche storico–archeologiche, effettuate sui restanti ruderi, hanno confermato che della struttura si avrebbero tracce sin dall’891, dunque in piena dominazione Longobarda. Con lo “Statutus de reparacione castrorum” del 1231, Federico II ordinò la ristrutturazione di alcuni castelli e di abbattere quelli che non avevano alcuna importanza strategica; Monteforte rientrò in quelli che dovevano essere ristrutturati . Nel periodo angioino la roccaforte appartenne ai principi di Monteforte. Secondo storici locali vi dimorò quel Guido che il 25 maggio 1270 nella Chiesa del Gesù di Viterbo assassinò Enrico di Cornovaglia, figlio del re Riccardo d’Inghilterra, per vendicare il padre e il fratello morti nella
battaglia di Evesham. Il castello venne ristrutturato, per fungere sia da fortezza sia da residenza estiva di Carlo I d’Angiò. Nel corso del secolo XV il castello, non più adatto alle esigenze difensive, perse la sua importanza e fu progressivamente abbandonato. Il castello era costituito da una parte centrale e da una cinta muraria concentrica; aveva una torre principale ed altre tre più piccole poste nella parte più facilmente attaccabile. Della fortezza rimangono parte delle mura perimetrali in pietra, una torre a pianta circolare e un camino. La struttura è caratterizzata dalla mancanza di fondazioni, poggiandosi interamente sui numerosi banchi di pietra. La leggenda narrava che in esso vi fosse sepolto un immenso tesoro e ciò ne spiegherebbe in parte la distruzione.

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