La maggior parte di chi organizza attività in mtb si rivolge ad un pubblico di sportivi e di agonisti, invoglia alla velocità, a sfruttare la pendici naturali come terreno di divertimento fine a se stesso. Un impiego riduttivo del mezzo, che genera conflitti tra i vari frequentatori e non solo. Muoversi nell’ambiente come se fosse un campo di gara è sempre sbagliato. Purtroppo, vediamo con preoccupazione sorgere atteggiamenti che non vorremmo portassero ad adottare norme restrittive anche nei confronti delle biciclette: vi sono già minacciosi segnali e spiacevoli precedenti.
Ecco allora la necessità di offrire un’alternativa, l’esigenza di proporre un modo diverso di utilizzare la mtb. Con il medesimo spirito che anima ogni attività CAI, con la cultura e l’esperienza più che secolare del nostro sodalizio, semplicemente utilizzando la mountain bike come strumento per andare in montagna, frequentarla e conoscerla, nel pieno rispetto dei luoghi, dell’ambiente e degli altri fruitori, di chi in montagna ci vive e di chi la frequenta per diletto. Questo per noi significa fare “cicloescursionismo in mountain-bike”.
Perché mountain bike non è solo agonismo o velocità, non è solo discesa a rotta di collo, downhill o free-ride.Noi del CAI vogliamo dar voce a chi pratica la mountain-bike con spirito escursionistico, con genuina passione per la natura. Vogliamo dar voce a chi è abituato a muoversi in silenzio, a chi ama la sana fatica, a chi non considera l’ambiente montano come un luna-park. Vogliamo difendere la montagna da chi la usa male e da chi la vuole vietare.