2 marzo 2014 – Escursione Monte Somma (P.ta del Nasone)

Punta Nasone (Monte Somma) da San Sebastiano al Vesuvio Escursione Intersezionale CAI Napoli – CAI Piedimonte Matese

Creste Somma

Creste Monte Somma

Dettagli Escursione
Quota: Punta Nasone (1132 m)
Dislivello: m. 800
Sviluppo: km 15
Durata ore: 6/7 ore
Difficoltà: itinerario EE.
Equipaggiamento: abbigliamento da montagna.
Attrezzatura: torcia elettrica, bastoncini telescopici (consigliabili), macchina fotografica Colazione: al sacco.
Acqua: non disponibile lungo il percorso.
Mezzi di trasporto: auto proprie; gli autisti sono pregati di mettere a disposizione i posti auto. Appuntamento: contattare il direttore d’escursione per maggiori informazioni
Carta dell’escursione: Parco Nazionale del Vesuvio 1:25.000,.
Direttori:
Sez. Napoli – Simone Merola (393.1971038);
Sez. Piedimonte Matese – Ciro Teodonno (tel. 333.4742944)

Descrizione Percorso Il sentiero n°3, “il Monte Somma”. Tra corvi e poiane con la testa tra le nuvole, ma non troppo! In cima all’antico e scosceso cratere nel rispetto della natura e della tradizione. Ufficialmente il percorso n°3, quello che conduce in vetta al Monte Somma, precisamente su Punta Nasone (m.1.131 slm.), ha inizio ad Ercolano, dalla cosiddetta strada provinciale del Vesuvio (via Contrada Osservatorio). Infatti vi si accede a quota 689, attraverso un cancello, generalmente chiuso, e da dove ha inizio un sentiero che si inoltra nel bosco di Robinie e che lascia ancora intravvedere ciò che resta della struttura a nido d’ape del fondo di calpestio e che serviva a segnare il sentiero per le persone diversamente abili. Purtroppo, questa illuminata iniziativa, che vedeva il Parco Nazionale del Vesuvio all’avanguardia, ha ceduto il passo alle intemperie così come all’incuria e al vandalismo. Stesso destino la segnaletica Braille e alcune delle opere di ingegneria naturalistica lì presenti. I pannelli, istallati dal Parco e non sempre attendibili per quel che concerne il testo in inglese ed alcune coordinate, mostrano in quota già i primi e repentini segni di sfaldamento e disfcimento. Altro varco, di più facile accesso, è quello che, a quota m. 792 e a circa sei chilometri dall’ingresso ufficiale, imbocca il sentiero proveniente da S.Maria a Castello, nel comune di Somma. Il sentiero che però vi illustrerò non è quello che segue il tracciato canonico ma partirà da una quota più bassa per collegarsi a quello ad anello partendo dal comune da San Sebastiano. I circa 2 km. di salita hanno di bello il fatto che potremo percorrere i boschi del Somma senza toccare più l’asfalto. L’appuntamento è quindi a San Sebastiano al Vesuvio all’apice di via Panoramica Fellapane, preso l’insegna de ristorante “Il Capriccio” intorno ai 350 metri slm. Da lì si partirà attraversando prima una fertile zona agricola, poi ci inoltreremo nel bosco Molaro, lungo le pendici dell’antica caldera del Monte Somma, fino all’incrocio con la curva di livello dei 700 metri e col n°3. A quota 719, si trova infatti un primo bivio, manteniamo la destra, dove incominceremo la salita verso i Cognoli di Giacca, prima elevazione che ci condurrà, attraverso i Cognoli di Trocchia e quelli di S.Anastasia, fin su, verso il profilo d’indiano del Nasone. Proseguendo su un sentiero in discreta salita, facendo attenzione ai segnavia verdi, raggiungeremo almeno tre di balconate che mostreranno le due facce del nostro Vulcano, quella dell’anello urbanizzato che lo strozza e la Natura, che resiste, sostanzialmente ancora intatta, nella Valle dell’Inferno. Verso i 2,13 km a 967 mslm, il percorso incomincia a essere poco leggibile anche perché i segnavia, nascosti dalla vegetazione, non sono sempre visibili oltre che privi di riferimenti. Ai 1.092 metri, dopo 2,72 km, inizia un tratto ripido e sdrucciolevole, anche in questo caso, oltre l’ovvia prudenza, sono necessari i bastoncini telescopici per un migliore equilibrio. Raggiunti i 1.107 m. prestare attenzione al ciglio a strapiombo e mantenere la sinistra, facendo molta attenzione al sentiero non sempre segnato, ad eccezion fatta di qualche segnavia e la linea di calpestio. Scendendo ai 1.098 e mantenendosi con attenzione a sinistra della cresta, ci si imbatte dopo poco, sulla destra, in una frana, molto pericolosa perché seminascosta e non segnalata, ad eccezion fatta dei nastrini di plastica bianco-rossi e una corda che ne annunciano l’imminenza. Ad ogni modo sarebbe opportuno aggirare l’ostacolo seguendo una scomoda ma più sicura bretella, anch’essa segnalata dai nastrini. Poco dopo il percorso scende ripidamente verso valle e bisogna prestare la dovuta attenzione prima di guadagnare nuovamente sulla destra il sentiero boschivo, immerso tra i castagni bardati di frondosi licheni. Purtroppo, a quota 1.084, dopo 3,60 km di percorso, prima di voltare a destra per l’ultima ascensione verso il Nasone, incontriamo i primi residui delle festività sommesi (il Sabato dei Fuochi e il Tre della Croce). Purtroppo la passione dei cittadini di Somma Vesuviana non sempre corrisponde a un corretto senso civico e spirito naturalistico. La discarica, e non è un esagerazione l’uso del termine, accoglie gli escursionisti man mano che ci si avvicina alle baracche che annunciano la cima, ‘O Ciglio. A quota 1.114, a fianco di una grande croce di ferro, incontriamo la piccola cappella della “Mamma Schiavona”. Lì, in questo grazioso luogo di pietas popolare, troverete custodito un libro di quota dove potrete apporre la vostra firma a suggello della vostra piccola grande impresa. Dopo esservi ristorati si segue lo stradello che da dietro l’edificio sacro conduce al punto più alto dell’itinerario, Punta Nasone. Da qui si potrà ammirare a meridione il Gran Cono, tutta la Valle dell’Inferno fino all’Atrio del Cavallo, intravedendo il Golfo. E alla nostra sinistra invece, tra i Cognoli e il Vesuvio si potrà scorgere anche un tratto di penisola Sorrentina. Questo sarà il nostro bivacco temporaneo. Nella discesa verso valle, in direzione nord, manteniamo la sinistra, evitando di scendere nel canalone scavato dalle acque piovane (che conduce comunque al sentiero e alla curva dl livello dei 700 metri ma è più pericoloso ed è preferibile seguire quello canonico opportunamente costruito dai devoti paranzari e questo soprattutto per tutelarlo e mantenerlo battuto). Il tragitto, dapprima ripido, degrada gradualmente in una serie di numerose curve che ne agevolano la percorrenza. A quota 792, sullo sbocco del sentiero appena percorso, sulla destra, ne parte un altro di connessione col sentiero n°2. Noi invece volgiamo alla nostra sinistra, verso sud/sud est e dopo 5,49 km di percorso totale, giungiamo finalmente sul piano, presso un’edicola votiva, sempre dedicata alla Madonna di Castello, e un paio di baracche ad uso festa e scampagnata, e anche in questo caso i rifiuti non mancheranno. A questo punto ci separano dal termine dell’anello circa sei chilometri di facile percorso, dove solo la stanchezza e qualche albero caduto potranno rallentare la nostra tranquilla marcia nel bosco mesofilo (bosco umido) e, con un po’ di fortuna e molta attenzione potremmo incontrare qualche volpacchiotto alle prime armi. Il percorso ci riporta al bivio che dove abbiamo intrapreso l’ascesa ai Cognoli e di lì scenderemo nuovamente per il sentiero delle capre, che abbiamo percorso in salita all’andata. In conclusione gradirei segnalare l’azione di quei sommesi che salvaguardano il sentiero dalla parte del loro versante natio, così come il loro impegno a salvaguardare una tradizione che sfida l’avanzare dei tempi. Ciò nonostante, è da sottolineare anche l’altra faccia della medaglia, quella dell’inciviltà dimostrata a più riprese durante i festeggiamenti, recenti e passati. Cosa questa che vanifica l’operato dei cittadini più virtuosi e l’immagine di un luogo unico. Si consigliano all’occasione, oltre all’equipaggiamento di rito per un trekking EE, anche abiti impermeabili e una luce frontale qualora ci si attardasse troppo (ci si muove comunque in un bosco) .

Scheda Esc.ne Monte Somma 2.3.2014

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